Nel 2021 il 69% delle quotate ha redatto la dichiarazione non finanziaria

25 Lug, 2022 | Focus Italia

Il report annuale Consob mappa le pratiche di rendicontazione in Italia. A un numero immutato di report fanno da contraltare una maggiore maturità dei processi e più coinvolgimento sul fronte della governance.

Per il quarto anno consecutivo Consob analizza le Dnf delle società quotate italiane per individuare i “progressi nel processo di trasformazione culturale legato alla considerazione dei fattori Esg (Environmental, Social and Governance) nella definizione di modelli di business, strategie aziendali e modelli di corporate governance”. Nel 2021 sono state 151 su 218 le società quotate sul principale mercato italiano a redigere la dichiarazione non finanziaria (che con l’entrata in vigore della direttiva europea sul reporting dovrebbe finalmente cambiare nome in “reporting di sostenibilità”). Esattamente lo stesso numero del 2020. Cambiano però alcuni comportamenti che indicano una maggiore maturità rispetto ai processi di rendicontazione, integrati meglio nelle strategie di business e nell’organizzazione aziendale.

Quotate, tanti approcci alla dichiarazione non finanziaria

Delle 151 società che hanno redatto la Dnf, due lo hanno fatto volontariamente e non per obbligo di legge. Rispetto al passato, diminuisce il numero di realtà che hanno pubblicato il solo documento informativo, anche in forma di Rapporto di Sostenibilità (da 137 a 134) e cresce il numero di società che ha scelto di integrare informazioni finanziarie e non finanziarie, attraverso varie modalità: un Rapporto Integrato coincidente con la Dnf (12 casi), un Rapporto Integrato che comprende la Dnf insieme a un Rapporto di Sostenibilità (2 casi) e un Rapporto Integrato in aggiunta alla Dnf (un caso). Due società, inoltre, hanno pubblicato un Rapporto di Sostenibilità in aggiunta alla Dnf. La maggior parte del campione (117, pari al 77,5% del totale) non ha incluso la Dnf nella relazione sulla gestione.

L’analisi di materialità

Delle società che hanno pubblicato l’informativa tutte hanno condotto l’analisi di materialità, il processo che porta alla selezione dei temi rilevanti per l’azienda e per gli stakeholder. Un dato da segnalare, che mette in luce come il processo di rendicontazione sia affrontato con più maturità, serietà e consapevolezza. In 123 casi (121 nel 2020) i risultati dell’analisi sono stati rappresentati tramite la matrice di materialità. Alto anche il numero delle società che hanno aggiornato i temi materiali rispetto al 2020 (120).

Il coinvolgimento esterno e interno

Sul fronte del coinvolgimento esterno, si registra per la prima volta una lieve diminuzione del numero di società che coinvolgono gli stakeholders esterni, probabilmente dovuta all’emergenza sanitaria (sono 81 nel 2021 a fronte di 83 nel 2020). A questo dato si accompagna, però, un maggior coinvolgimento interno. Aumenta, anche se rimane ancora minoritaria, la partecipazione del consiglio di amministrazione all’analisi di materialità: 51 società su 151 hanno attivato questo tipo di percorso (nell’anno precedente erano solo 39). Cresce anche il coinvolgimento del top management nella mappatura dei temi rilevanti (83 casi nel 2021 rispetto ai 74 del 2020) e in generale il coinvolgimento complessivo degli organi interni (116 casi). Significativa anche la diffusione del comitato di sostenibilità interno all’azienda, presente in 89 realtà rispetto alle 73 del 2020.

Per quanto riguarda il processo di identificazione dei temi materiali, 14 società (12 nel 2020) si sono rivolte a piattaforme dedicate all’interazione con gli stakeholders o a software per l’utilizzo di metodologie avanzate di analisi dei dati. Inoltre, 26 realtà (20 nel 2020) hanno predisposto un apposito sistema informativo di raccolta delle informazioni non finanziarie utili per la redazione del documento.

L’integrazione delle tematiche Esg nel business e nell’organizzazione

Le tematiche Esg ricoprono un ruolo centrale nella strategia e nell’organizzazione interna della maggior parte delle società quotate che hanno pubblicato la Dichiarazione non finanziaria. Cresce nettamente il numero di imprese che integrano i temi ESG nelle politiche di remunerazione degli amministratori delegati (106 da 63 nel 2020): una strategia che accelera il processo di trasformazione. Non finisce qui: sempre più società tengono in considerazione i fattori Esg nelle linee guida relative alla composizione del nuovo consiglio di amministrazione predisposte dal board uscente (25 società su 49 a fronte di 19 su 50 nel 2020), oltre che nei processi autovalutazione dei board (45 rispetto alle 37 dell’anno precedente). Infine, i temi di sostenibilità sono centrali nella formazione delle persone di azienda: in 117 casi (rispetto ai 107 del 2020) sono stati oggetto di corsi per il personale e i manager.

La sostenibilità negli abstract dei piani strategici delle quotate

Il report Consob analizza anche come i temi di sostenibilità sono trattati negli abstract dei piani strategici delle società, strumenti di comunicazione e relazione con gli stakeholder, presentati agli investitori nei road show oppure pubblicati nella sezione Investor Relation dei siti web delle società. Questo tipo di documento è stato pubblicato nel 2021 da 63 società. Di queste, 30 hanno integrato informazioni e prospettive a lungo termine in materia di sostenibilità e 16 hanno collegato la strategia agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Infine, 8 società, attive nel settore Energia/Oil e Gas, hanno integrato nella comunicazione della propria strategia obiettivi a breve e lungo termine, fornendo maggiori dettagli rispetto alle connessioni tra questioni finanziarie e non finanziarie.

Micol Burighel