Catena del valore di nome e di fatto: le imprese della filiera investono di più in sostenibilità

16 Feb, 2022 | Focus Italia

Rappresentazione astratta di indicatori ESG

Maggiore attenzione alla responsabilità sociale e alla tutela dell’ambiente: lo rivelano i dati di un’indagine Centro Studi Tagliacarne per Unioncamere

Nove imprese della filiera su dieci (88%) hanno investito in sostenibilità nel triennio pre-Covid. E nel Sud Italia la percentuale cresce fino a raggiungere il 92%. Il dato, eccezionalmente alto, risulta ancora più d’impatto se si pensa che solo il 55% delle imprese non di filiera ha fatto altrettanto. Una netta differenza che emerge da una recente indagine del Centro Studi Tagliacarne per conto di Unioncamere sulle imprese tra i 5 e i 499 addetti nelle 17 filiere individuate dal Ministero dello Sviluppo economico. Così, la collaborazione fra le imprese delle filiere italiane sembra spingere lo sviluppo sostenibile e socialmente responsabile.

Filiera e sostenibilità: le misure messe in campo dalle piccole e medie imprese

Gli investimenti in sostenibilità delle imprese integrate nella catena del valore sono di varia natura e doppiano quasi sempre gli interventi portati avanti dalle aziende non inserite nella filiera. Così, il 50% delle imprese italiane di filiera ha investito nella formazione per il rafforzamento delle competenze del personale (rispetto al 25% delle altre imprese), il 43% in prodotti e processi a minor impatto ambientale (contro il 24%), il 40% ha portato avanti attività volte a tutelare la salute e il benessere dei propri dipendenti (contro il 16%). Rispetto al benessere e allo sviluppo del capitale umano, sono le imprese inserite all’interno delle filiere e guidate da donne a primeggiare negli investimenti in welfare aziendale, con il 46% rispetto al 39% delle altre imprese di filiera.

L’intenzione di investire sempre di più

E i programmi per il futuro lasciano sperare bene. Entro i prossimi tre anni, un terzo delle aziende delle filiere prevede di fare più investimenti nel green e il 19% intende aumentare le iniziative per tutelare il benessere dei propri dipendenti contro il 12% di quelle non in filiera. Anche per quanto riguarda la formazione del personale, le imprese in filiera prevedono maggiori investimenti rispetto alle altre (10% vs 5%).

Maggior collaborazione con il territorio per le imprese di filiera impegnate nella sostenibilità

Abituate alla collaborazione e con forti legami con il territorio e le comunità, le imprese di filiera mostrano «una forte capacità relazionale con i diversi attori della comunità in cui operano» che le porta a contribuire in maniera concreta alla crescita del capitale umano, culturale e ambientale del territorio. Dall’indagine del Centro Studi Tagliacarne, emerge che il 44% di queste imprese ha collaborato nell’ultimo triennio pre-Covid con scuole e Università per stage, tirocini e iniziative di alternanza scuola-lavoro, rispetto al 17% di quelle che non operano in filiera. 28 imprese di filiera su 100 hanno sostenuto iniziative culturali realizzandole in prima persona o attraverso sponsorizzazioni e partnership con istituzioni culturali. Allo stesso modo, l’impegno di queste aziende coinvolge anche il mondo del terzo settore: il 12% delle imprese integrate nella catena del valore ha stretto relazioni con realtà no-profit, rispetto a solo il 2% delle altre aziende.

Filiera: l’impegno nella sostenibilità non conosce dimensioni

La vocazione alla sostenibilità delle imprese di filiera sembra scardinare anche un divario spesso ben presente quando si parla di responsabilità sociale d’impresa: quello tra grandi imprese e Pmi. Le prime hanno risorse, competenze e strumenti che permettono di pianificare e implementare strategie di CSR e sostenibilità. Le seconde spesso si trovano a dover combattere con scarsa diffusione delle conoscenze, mancanza di agevolazioni, burocrazia e disponibilità – in termini di tempo e denaro – ben più limitate, tutti fattori che le trattengono dall’investire in maniera più decisa nella sostenibilità. Ma – se si fa parte della catena del valore – questa differenza cade. Se fuori dalla filiera è solo il 15% delle piccole imprese a puntare sul benessere dei propri dipendenti rispetto al 25% delle aziende medio-grandi, all’interno della filiera questa disparità si annulla e le percentuali si parificano (40% in entrambi i casi).

È magia? Un virtuosismo di cui non si conosce la ragione? O forse sono la collaborazione tra realtà imprenditoriali, il rapporto stretto e autentico con comunità e territorio e le recenti spinte per la diffusione della rendicontazione gli elementi che stanno incalzando le imprese di filiera verso lo sviluppo di una sostenibilità piena e autentica?

 

Micol Burighel