VOLONTARIATO D’IMPRESA: SUPERIAMO LE INSIDIE
Quando profit e non profit si incontrano possono nascere cose meravigliose, capaci di stimolare, migliorare, responsabilizzare.
È questo il caso del volontariato d’impresa, una pratica oggi molto diffusa in Italia, e che nel post Covid si sta già riorganizzando con modalità nuove.
Per chi come noi si occupa di comunicazione, questa attività rappresenta una sfida, perché dietro un progetto apparentemente semplice si celano temi che chiamano in causa i valori identitari di un’organizzazione e la sua capacità di generare un valore condiviso, tutti aspetti che un bravo consulente deve far emergere come plus dell’esperienza.
Compito dell’agenzia è sicuramente quello di creare un ponte tra due mondi che si conoscono probabilmente poco, nutrono diffidenze e parlano due lingue diverse. Prima ancora, forse, viene l’accompagnamento dell’azienda nella comprensione che il volontariato d’impresa deve svilupparsi armoniosamente all’interno di un raggio d’azione più ampio, per non restare un esercizio di stile bensì trasformarsi in un’azione credibile e con ricadute concrete.
È innegabile che un’iniziativa di questo tipo sia vantaggiosa per tutti – vertici aziendali, dipendenti, non profit, territorio – ma essa nasconde anche insidie. In primis il tentativo di monetizzazione da parte delle associazioni: se è ragionevole ed equo che l’azienda sostenga le spese organizzative e logistiche delle attività promosse dall’associazione ospitante o decida di fare a suo favore donazioni, non è accettabile che il volontariato aziendale venga ridotto a un’attività di raccolta fondi, perché in questo modo si svuota del suo valore.
L’altro elemento da considerare è l’eccessiva burocratizzazione, di cui sono vittime le aziende e che talvolta può trasformarsi in un ostacolo insuperabile per il non profit, finendo per compromettere il buon esito della collaborazione.
Quello del volontariato aziendale è un ambito interessante per le potenzialità in termini di relazioni, brand awareness e avanzamento delle cause sociali.
È uno strumento che può cambiare il modo di un’azienda di incidere sulla comunità e che offre al terzo settore un punto di osservazione privilegiato sul mondo del profit, da cui perché no, apprendere buone pratiche e strategie.
Può fare bene a tutti, se fatto con gli ingredienti giusti: tanta convinzione, organizzazione, buona comunicazione.
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