Luca Valpreda Si può integrare la sostenibilità con la creatività e la consulenza? Per Clarity e la sua divisione specializzata si può, anzi si deve. Ma con i clienti non sono tutte rose e fiori, come ci racconta Leigh Tymms, responsabile di quest’area dell’agenzia inglese. Per iniziare vorremmo conoscere Clarity e la sua dimensione. E poi, parlaci del vostro posizionamento come agenzia specializzata nella sostenibilità. Guarda, Clarity è un’agenzia full-service. Io e i miei 45 colleghi operiamo ad ampio spettro nel settore della comunicazione, con tutte le specializzazioni che tu ti aspetteresti: digital, experiential, campagne promozionali… Clarity Sustainability, come suggerisce il nome, è invece l’area della nostra società dedicata al tema specifico e al suo pubblico. Noi ci occupiamo di sostenibilità come parte di un’offerta estesa e articolata, utilizzando la nostra esperienza e tutto quello che sappiamo in termini di segmentazione del target, contenuti e comportamenti. Siamo coinvolti nel lancio di campagne di posizionamento sulla sostenibilità, promuovendo il brand, lavorando sull’engagement, cercando di incidere sui comportamenti, e naturalmente occupandoci di gestione e reporting. Ci sono dei progetti di cui siete particolarmente orgogliosi? Siamo davvero contenti di lavorare per una delle più grandi aziende britanniche del settore alimentare. Il nostro ruolo è quello di supporto in una strategia di alleanze con altri player dello stesso mercato, con l’obiettivo di condividere il know-how, anche quello derivante dalle situazioni più delicate, per poi riversare i benefici su tutta la clientela. Abbiamo anche creato un sito Internet dedicato, che raccoglie queste esperienze e rende disponibili contenuti di grande interesse. In quest’ambito, abbiamo operato in profondità anche sul versante della sostenibilità, sia per implementare campagne di cambiamento nei comportamenti, sia per realizzare il report di sostenibilità, cosa che abbiamo fatto per gli ultimi quattro anni. Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a trasformare il reporting da una attività compilativa a un vero e proprio strumento di vendita. Un gran bel successo. Quale ne è stato l’elemento chiave? Le capacità relazionali del team, senza dubbio. Come per altri progetti: per esempio, abbiamo realizzato dei Visitor Centres interattivi, incentrati sul tema dell’energia, mostrando le diverse fonti e come vengono generate, mettendo in luce i vantaggi delle rinnovabili, lavorando a fondo con le scuole per sensibilizzare e formare. Abbiamo avuto esiti molto positivi. Il risultato più soddisfacente è vedere come, grazie a questa esperienza, le persone inizino a comprendere e mutare nel concreto il loro comportamento. Nel caso dei Visitors Centres interattivi, vi siete occupati della parte comunicativa o del progetto nel suo insieme? Dell’intero progetto, abbiamo fatto tutto. Siamo partiti da un edificio vuoto. Da lì abbiamo iniziato il nostro progetto, andando sempre più nel dettaglio: abbiamo pianificato gli spazi e i percorsi, progettato e creato gli allestimenti, montato e testato ogni cosa, e poi l’abbiamo promosso e comunicato. E’ l’approccio che prediligiamo, sia a livello di management, sia a livello di team, perché trae beneficio dal fatto che siamo un’agenzia a servizio completo. Come promuovete la vostra agenzia? Ho visto che organizzate webinars, pubblicate una newsletter… Sì, tutti questi strumenti contribuiscono a generare dei lead. Però, alla fine, cosa conta davvero è la relazione personale. Fortunatamente per noi, conosciamo moltissime persone nel mondo del business, e l’origine di questa conoscenza può appunto essere stata un webinar, un meeting di marketing o qualche articolo che abbiamo pubblicato. La maggior parte del lavoro arriva da questi contatti personali. Bisogna dire che non siamo particolarmente aggressivi dal punto di vista commerciale: un po’ perché abbiamo poco tempo, un po’ perché sono i nostri stessi clienti che consigliano ad altri la nostra agenzia. E il passa-parola funziona alla grande! Ma, alla fine, i tuoi clienti riconoscono e premiano la specializzazione nella sostenibilità? Per alcuni è così, ma certo non per tutti. E’ una questione controversa e mai facile. Io ho speso una esagerata quantità di tempo cercando di sensibilizzare i clienti sulle tematiche CSR, su come creare engagement attraverso campagne interne di comunicazione, su come integrare la sostenibilità nel business dell’azienda. Spesso le persone sono interessate e vogliono anche sapere come affrontare il tema della sostenibilità con i consulenti migliori e gli strumenti più efficaci. Poi, quando si tratta di tradurre questo interesse in azioni concrete, emergono immancabilmente limiti di budget e di tempo, che bloccano tutto. Con l’esperienza abbiamo imparato a focalizzarci sui clienti che hanno un approccio davvero serio e determinato. Insomma, alla fine, si tratta di trovare il cliente della “taglia” giusta.]]>