Una Tassonomia più snella ma ancora credibile?

La Commissione europea rivede i criteri di rendicontazione: meno oneri per le imprese, più incertezza sull’efficacia.
Con l’adozione di un nuovo Atto delegato, la Commissione Europea ha avviato una significativa semplificazione della Tassonomia UE, ovvero il sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili. L’obiettivo dichiarato è ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e migliorare l’usabilità del sistema, senza intaccarne la credibilità. Un equilibrio non banale, soprattutto in una fase in cui crescono le pressioni per alleggerire i carichi normativi senza compromettere la trasparenza (o così si dice).
Riduzione degli obblighi per le attività “non materiali”
Uno dei cambiamenti chiave introdotti riguarda la definizione di materialità. Le attività economiche che rappresentano meno del 10% del fatturato, CapEx o OpEx possono essere escluse dalla valutazione di allineamento alla Tassonomia. Questa soglia si applica sia alle imprese non finanziarie che alle istituzioni finanziarie, le quali possono escludere l’analisi di conformità per asset minori, a condizione che l’uso dei fondi sia documentato.
Entrambi – CapEx e OpEx – sono indicatori chiave di prestazione (KPI) fondamentali per misurare l’allineamento alla Tassonomia UE: CapEx mostra dove si concentrano gli investimenti, mentre OpEx riflette come viene gestita l’operatività attuale.
È una misura accolta positivamente dal mondo imprenditoriale, perché permette di focalizzare l’attenzione sulle attività realmente rilevanti. Ma secondo alcuni osservatori, l’effetto collaterale potrebbe essere una perdita di granularità nei dati, proprio nel momento in cui gli investitori cercano maggiore chiarezza e comparabilità.
Nuovi modelli di rendicontazione: più semplici, meno dettagli
Il Regolamento semplifica inoltre i modelli di rendicontazione, accorpando template, eliminando informazioni ridondanti e riducendo drasticamente il numero di indicatori da compilare. Si passa, ad esempio, da 78 a 28 datapoint per ogni attività rendicontata da imprese non finanziarie e si aboliscono i template specifici per gas e nucleare. Un taglio netto, pensato per evitare che le imprese passino più tempo a rendicontare che a trasformarsi.
Per le istituzioni finanziarie, il regolamento posticipa al 2028 l’obbligo di rendicontare alcuni KPI meno significativi (es. Trading Book KPI, Fees & Commissions KPI), e concede maggiore libertà nell’inclusione delle esposizioni a controparti non soggette a obblighi di disclosure.
Una flessibilità temporale (e politica)
Dal punto di vista temporale, le nuove misure entreranno in vigore a partire dall’esercizio 2025, con applicazione obbligatoria dal 1° gennaio 2026. Tuttavia, le imprese potranno posticipare l’adozione all’esercizio 2026, beneficiando così di un anno aggiuntivo di preparazione. Inoltre, le istituzioni finanziarie non saranno obbligate a riportare dettagli sulla Tassonomia fino a gennaio 2028, in attesa di una revisione completa dei criteri.
Nel frattempo, la Commissione ha annunciato una revisione sistematica dei criteri tecnici – in particolare quelli per il principio “Do No Significant Harm” (DNSH) – considerati eccessivamente complessi da molte imprese, soprattutto nel settore manifatturiero e delle tecnologie pulite.
DNSH: il cuore tecnico della Tassonomia al centro del dibattito
Un esempio emblematico riguarda l’Appendice C, che elenca sostanze chimiche da valutare per evitare impatti ambientali significativi. La nuova versione semplifica queste disposizioni, escludendo obblighi troppo gravosi o incoerenti con altre normative UE, come il Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals).
Ma non tutti applaudono: ONG, accademici e alcuni Stati membri temono che la semplificazione indebolisca proprio quegli standard pensati per evitare fenomeni di greenwashing. La piattaforma per la finanza sostenibile ha avvertito: se queste semplificazioni saranno applicate in parallelo alla riduzione del numero di imprese soggette a CSRD, si rischia di svuotare la Tassonomia del suo potenziale trasformativo.
Cosa succede ora? L’Atto sarà ora esaminato dal Parlamento e dal Consiglio, con un periodo di controllo di 4 mesi (prorogabile di ulteriori 2 mesi).
Una coperta più corta
Il nuovo Regolamento rappresenta un classico compromesso europeo: pragmatismo amministrativo da un lato, salvaguardia dell’integrità ambientale dall’altro. Se da una parte le semplificazioni erano attese e in molti casi necessarie, dall’altra rimane aperta la questione su quale funzione debba svolgere la Tassonomia: anche con questa semplificazione burocratica ha le carte in regola per rimanere leva strategica per indirizzare i capitali?
In attesa della revisione strutturale prevista entro il 2027, le imprese farebbero bene a non leggere queste modifiche come un “via libera” a una rendicontazione minimale. Al contrario, è un’opportunità per rafforzare la coerenza interna dei dati, rendendo la sostenibilità non solo dichiarata, ma credibile, integrata e pragmatica nel modello di business.