Sostenibilità a bilancio: le quotate italiane migliorano, secondo l’ultimo report Consob

22 Lug, 2025 | Focus Italia

Report Consob bilanci di sostenibilità esercizio 2024

Nel settimo rapporto sulla rendicontazione ESG, cresce l’integrazione della sostenibilità nella governance e nelle strategie aziendali. Ma serve un cambio di passo culturale: i tempi del “non-financial” stanno finendo.

È tempo di bilanci, anche per la sostenibilità. La Consob ha pubblicato il settimo rapporto sulla rendicontazione delle società italiane quotate su Euronext Milan, relativo all’esercizio 2024. Un’analisi che fotografa progressi tangibili, sia sul piano della governance che della trasparenza informativa.

Curiosamente, il report continua a chiamarla “rendicontazione non finanziaria” – un’espressione un po’ vintage, soprattutto alla luce della nuova nomenclatura europea che preferisce parlare, giustamente, di sostenibilità. Ma tant’è: al di là delle etichette, i dati parlano chiaro.

Le imprese italiane stanno compiendo un percorso di integrazione sempre più profondo dei temi ESG nella strategia aziendale, con una crescente attenzione al coinvolgimento degli stakeholder, alla mappatura dei temi materiali e alla comunicazione degli obiettivi di sostenibilità.

Governance, stakeholder, SDGs: qualcosa si muove

Sono 150 le società che nel 2024 hanno pubblicato una Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), di cui 6 su base volontaria. Si tratta del 72% del totale delle società quotate, che rappresentano però il 97% della capitalizzazione complessiva del mercato.

Tutte le società hanno condotto un’analisi di materialità per identificare i temi ESG rilevanti, con una crescente attenzione al coinvolgimento degli stakeholder: il 73% delle aziende ha considerato il punto di vista dei portatori d’interesse, in aumento rispetto al 70% del 2023 e al 66% del 2022.

Il coinvolgimento del CdA è anch’esso in crescita: nel 72% dei casi il board è stato chiamato a valutare i risultati dell’analisi di materialità – il dato più alto dal 2019. Inoltre, l’82% delle aziende ha istituito un comitato sostenibilità, confermando il radicamento del tema all’interno della governance.

Crescono anche i riferimenti agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: il 27% delle società collega i propri temi materiali agli SDGs, in particolare all’obiettivo 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) e al 13 (lotta al cambiamento climatico).

Obiettivi, clima e remunerazione: la sostenibilità entra nei conti (a piccoli passi)

Un altro dato interessante riguarda gli obiettivi di sostenibilità: l’81% delle società fornisce target espliciti, e il 27% cita obiettivi legati alla transizione climatica. Segnali positivi, anche se manca ancora una standardizzazione robusta dei contenuti e dei KPI.

In parallelo, cresce il numero delle aziende che includono obiettivi ESG nei sistemi di remunerazione dei CEO: nel 2024 sono 151 (erano 137 nel 2023). L’incidenza media dei fattori ESG sulla parte variabile della retribuzione è pari al 18,8% nel breve periodo e al 20,6% nel lungo.

Per la prima volta, il Rapporto include anche un addendum dedicato all’informativa sul clima nei bilanci del FTSE MIB. Si nota un progressivo adeguamento dell’informativa finanziaria agli impatti del cambiamento climatico, anche se rimangono “aree di miglioramento” – per usare l’espressione gentile della Consob.

Le fondamenta ci sono. Ora serve un cambio di scala (e di linguaggio)

Il quadro tracciato dalla Consob mostra un’evoluzione incoraggiante ma ancora graduale. La rendicontazione si allarga, i consigli di amministrazione si attivano, i piani strategici iniziano a parlare ESG.

Due segnali in particolare indicano una crescente maturità del sistema:

  • la maggiore diffusione dell’analisi di materialità, sempre più aperta al confronto con gli stakeholder esterni;
  • e la comunicazione – più ampia e strutturata – degli obiettivi di sostenibilità, con un’attenzione crescente alla dimensione climatica.

Sono due passaggi fondamentali per rendere il reporting più strategico, più business-oriented e più autentico. Perché la rendicontazione non può essere solo adempimento, ma narrazione credibile di un percorso, con impatti misurabili e direzioni chiare.

E anche sul piano linguistico serve una svolta: la sostenibilità non è “non finanziaria”, è economia concreta, rischio e opportunità, valore nel tempo.

Micol Burighel