La sostenibilità è qualità: il report di Fondazione Symbola

29 Mag, 2024 | Focus Italia

Il report di Fondazione Symbola "Sostenibilità è qualità"

La qualità è il principale driver delle scelte sostenibili per il 56% degli intervistati: un risultato che segna un importante cambio di passo.

Secondo il report “Sostenibilità è qualità” della Fondazione Symbola, in collaborazione con Ipsos, il 58% degli italiani è molto più interessato al tema della sostenibilità rispetto a 2-3 anni fa. Se questo dato può non stupirci più di tanto, molto più interessanti sono invece altri due trend che emergono dallo studio. Il primo riguarda laumento dei comportamenti virtuosi come la raccolta differenziata e il risparmio energetico, sicuramente coernete con il tema dell’interesse ma per nulla scontato. La seconda tendenza, invece, mette in luce come nella mente dei cittadini la sostenibilità sia finalmente associata positivamente al concetto di qualità, specialmente nelle abitudini di consumo. Così, la sostenibilità diventa un aspetto centrale nelle scelte quotidiane dei cittadini, pronti a mettere in discussione abitudini consolidate per adottare stili di vita più consapevoli e responsabili.

Con l’aumento dell’interesse cresce la diffidenza verso il greenwashing

Parallelamente all’aumento dell’interesse, cresce anche la diffidenza verso le pratiche di green e social washing di cui si macchiano le aziende. Il report evidenzia un aumento dello scetticismo, passato dal 13% del 2018 al 22% del 2022. Questa crescente diffidenza indica che i consumatori sono sempre più attenti e critici riguardo alle reali intenzioni delle imprese nel loro impegno per la sostenibilità e che non si accontentano di azioni di facciata o semplici dichiarazioni senza basi. 

Quali sono i driver nelle scelte di sostenibilità?

Lo studio identifica i principali driver che spingono i cittadini verso la sostenibilità e che quindi concretizzano quel tanto agognato passaggio dai valori dichiarati alle azioni realizzate. Il 56% degli intervistati cita la qualità come motivazione principale, il 37% la paura, e solo il 6,5% l’etica

Tra i settori produttivi, le produzioni alimentari di origine vegetale sono considerate le più sostenibili (52%), seguite dall’energia e utenze domestiche (37%) e dal settore viti-vinicolo (28%). In coda troviamo il settore dell’elettronica ed elettrodomestici (15%), la telefonia e telecomunicazioni (12%) e il settore bancario-assicurativo (12%).

Investimenti nella sostenibilità e impegno nella lotta al cambiamento climatico

Quali sono le priorità di investimento dei cittadini, se questi fossero al governo? Il 37% metterebbe le risorse nella sostenibilità sociale, il 34% in quella ambientale e il 29% in quella economica. Questo equilibrio tra le tre componenti della sostenibilità riflette la necessità di una crescita armonica e integrata. Inoltre, secondo i cittadini, il governo dovrebbe essere il principale attore nel contrasto al cambiamento climatico (64%), seguito dai cittadini stessi (45%) e dalle aziende (43%). Questa classifica inusuale, che vede i cittadini in una posizione così alta, sottolinea un aumento della consapevolezza e dell’impegno personale nella lotta contro il cambiamento climatico.

In chiusura

Il report “Sostenibilità è qualità” della Fondazione Symbola e Ipsos non solo fotografa l’attuale percezione e i comportamenti dei cittadini italiani riguardo alla sostenibilità, ma delinea anche un quadro complesso di sfide e opportunità. La crescente associazione tra qualità e sostenibilità indica un cambiamento culturale significativo, in cui i cittadini riconoscono il valore della sostenibilità non solo per l’ambiente, ma anche per la qualità della vita quotidiana, qualcosa di più vicino alle loro esigenze, aspettative e desideri. Tuttavia – e non sarà mai sufficiente ribadirlo – il crescente scetticismo verso il greenwashing evidenzia la necessità per le aziende di adottare pratiche trasparenti e autentiche.

I risultati della ricerca ci invitano a riflettere sull’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità, dove ogni attore – governo, aziende e cittadini – gioca un ruolo cruciale e dove l’individuale si immette nel collettivo. Potrebbe essere proprio la qualità la chiave di questo cambiamento? 

Micol Burighel