I programmi dei partiti politici per combattere il cambiamento climatico

22 Set, 2022 | Focus Italia

Sostenibilità: i vantaggi competitivi per le imprese

Mancano pochi giorni alle elezioni e il dibattito su come impostare la transizione ecologica in Italia prosegue tra gli schieramenti. L’interesse per l’ambito energetico eclissa quello per il clima bloccando un reale cambio di passo a favore dello sviluppo sostenibile.

Quest’estate verrà ricordata per la calda campagna elettorale che ha animato il nostro Paese. Calda non soltanto per le temperature ma anche per i temi trattati. Per la prima volta in Italia, i programmi dei partiti si sono focalizzati su alcuni argomenti urgenti legati alla transizione ecologica e al cambiamento climatico, spinti dall’attenzione dell’opinione pubblica. Ma quali sono gli ambiti più trattati e quelli più dimenticati? Le proposte sono all’altezza delle sfide che ci attendono nel prossimo futuro?

Energia: tematica protagonista tra convergenze e divergenze

Il tema energetico è il più discusso a causa dell’instabilità geopolitica internazionale. Tutte le forze politiche concordano nel contenere i costi per le famiglie e le imprese tramite un tetto al prezzo del gas, nell’agevolare la produzione di energia rinnovabile, nel ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili e nel puntare sull’efficientamento energetico. Tuttavia, le soluzioni proposte sono differenti persino tra partiti “affini”, come evidenziato dalla recente ricerca svolta dal think thank ECCO.

Da un lato il Centrodestra e il Terzo Polo puntano sulla tecnologia per ottimizzare i costi e su azioni di lungo termine con alti ritorni degli investimenti sostenuti tramite la costruzione di centrali nucleari ed impianti che estraggano gas naturale. Dall’altro lato il Centrosinistra e il Movimento 5 Stelle scommettono sull’efficienza energetica con piani nazionali per ridurre inquinamento e consumi e sulle rinnovabili senza il nucleare. Tale preferenza non è ideologica ma legata a fattori temporali: per ottimizzare la scelta nucleare serve tempo mentre la crisi climatica va risolta ora. Le due prospettive si differenziano quindi sia nei contenuti che nell’orizzonte temporale ipotizzato.

Una leggera differenza tra Centrosinistra e 5 Stelle si trova sul gas. I primi sono favorevoli a nuovi rigassificatori mentre i secondi non ne fanno menzione nel loro programma, al contrario del Terzo Polo e del Centrodestra che avanzano progetti specifici a riguardo. La differenza diventa incolmabile parlando dell’aumento delle estrazioni nazionali di gas e petrolio, argomento non menzionato dal centrosinistra, osteggiato dai pentastellati e promosso da Meloni, Salvini e Berlusconi.

Emissioni di gas serra: raccordo tra energia e trasporti

Un altro argomento che si intreccia con quello energetico riguarda le emissioni di CO2. Purtroppo quasi nessun partito si è assunto l’impegno di ridurre le emissioni entro il 2030 ad eccezione di Verdi-SI e del Terzo Polo (che comunque non spiegano come intendono finanziare tali provvedimenti). I primi prospettano un piano nazionale per ridurre le emissioni del 70% rispetto al 1990 (persino superiore al 55% ipotizzato dal piano europeo “Fit for 55” e citato dagli altri partiti) mentre i secondi propongono un calo del 41% rispetto al 2018 che si aggira al 55% sopra indicato. Da segnalare il progetto dei 5 Stelle per una “società dei 2.000 watt” per ridurre consumi energetici ed inquinamento atmosferico (anche qui mancano i dettagli per capire come attuare questo piano).

Andando nel dettaglio, solo Verdi-SI, Lega e +Europa menzionano l’attuazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, aggiornato a fine dicembre del 2021. Il documento punta ad una drastica decarbonizzazione industriale per ridurre le emissioni di gas serra passando da un sistema basato sui combustibili fossili ad uno fondato su altre fonti quali l’idrogeno e il nucleare da fusione su cui si continua ad investire da anni (un esempio su quest’ultimo aspetto è il centro RFX di Padova).

Come saranno i trasporti del futuro secondo i programmi dei partiti politici?

Collegato alle emissioni di gas serra è il tema dei trasporti. Tutti i partiti sono favorevoli alle auto elettriche, con posizioni più rigide nel Centrosinistra e più morbide nel Centrodestra a favore dei sistemi ibridi e a combustione interna. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega premono per ammodernare la rete infrastrutturale – scelta condivisa con il Terzo Polo – e per potenziare la rete ad alta velocità (a cui si aggiunge l’infinita questione della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina).

Invece PD, Verdi-SI, Unione Popolare e +Europa puntano su forme di mobilità meno inquinanti e più accessibili quali il trasporto pubblico locale gratuito o agevolato – idea ripresa dai 5 Stelle con il biglietto unico integrato – per giovani e anziani, l’elettrificazione del trasporto urbano e interurbano, il potenziamento delle piste ciclabili e un maggior utilizzo del trasporto fluviale e marittimo.

Le politiche di adattamento e la tutela della biodiversità

Il grande assente nei programmi politici è il clima che non compare nemmeno in alcuni piani o che occupa le ultime posizioni dei piani delle coalizioni come nel caso del Centrodestra. A questo ambito non viene attribuito il giusto valore, nonostante i dati di quest’anno ci restituiscano una situazione in peggioramento in Italia. Il tema viene solo toccato in alcuni punti senza approfondire in che modo si intende agire.

Un primo aspetto legato al clima riguarda le politiche di adattamento, argomento particolarmente ignorato dai partiti, nonostante la fragilità che il nostro Paese ha dimostrato proprio quest’anno: il piano in merito non è aggiornato dal 2018. PD, Verdi-SI e Fratelli d’Italia sono gli unici partiti che sono favorevoli ad aggiornare questo piano mentre il Terzo Polo e la Lega non ne fanno menzione e si limitano a definire una nuova gestione forestale e a proporre soluzioni per combattere il dissesto idrogeologico.

Un secondo ambito poco trattato verte sulla tutela della biodiversità. Solo Verdi-SI si impegnano a proteggere il 30% delle aree nazionali terrestri, costiere e marine come richiesto dall’Unione Europea, contrastando così la desertificazione e l’inquinamento. Forza Italia e Fratelli d’Italia offrono degli incentivi per piantare nuovi alberi e realizzare parchi cittadini mentre il PD punta su una progressiva riduzione dei sussidi per le attività dannose per l’ambiente e propone una legge ad hoc per limitare il consumo del suolo specialmente nei centri abitati.

Presente e futuro passano per la transizione ecologica. I programmi dei partiti hanno rpeso sul serio le urgenze del cambiamento climatico? 

La transizione ecologica si dimostra un argomento tanto rilevante quanto divisivo. Quasi tutti i partiti propongono obiettivi lungimiranti senza dare alcuna spiegazione su come intendono finanziare tali provvedimenti o senza ipotizzare soluzioni estreme quali il razionamento energetico di cui tanto si discute in Europa. Mancano poi obiettivi quantitativi definiti per opporsi in maniera organica alla crisi climatica. Solo Verdi-SI e PD forniscono dei valori numerici in linea con gli impegni europei.

In ogni caso tra pochi giorni sapremo quale prospettiva avrà scelto il nostro Paese per affrontare i cambiamenti epocali che ci aspettano legati all’ambiente e al clima. Nel prossimo futuro bisognerà migliorare il sistema che verrà scelto alle elezioni coinvolgendo tutti i settori (pubblici e privati) e riempiendo le lacune presenti. Questo è l’auspicio del decalogo ASviS dove sono enunciate dieci proposte per orientare la prossima legislatura verso lo sviluppo sostenibile puntando sulla coerenza e sull’inclusività delle politiche per favorire la transizione ecologica. In aggiunta, l’ASviS ha condotto un’analisi per valutare quanto i programmi dei partiti si avvicinino a questi dieci obiettivi.

Nel frattempo, sarà fondamentale comunicare le evoluzioni che si susseguiranno con continuità e serietà, svolgendo allo stesso tempo un’importante azione di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali e climatiche. Stiamo già assistendo a una maggiore consapevolezza ecologica – la mobilitazione estiva dell’opinione pubblica ne è un esempio – ma possiamo puntare a obiettivi più ambiziosi.

Francesco Munari