Si parla molto di Imu e di tasse, spesso di Mps e banche, troppo di alleanze post voto, ma poco di come combattere la disoccupazione e di politiche ambientali.”

Per questo il portale Formiche.net ha voluto analizzare i programmi verdi dei principali partiti in corsa alle elezioni politiche del prossimo 24-25 febbraio. E lo stesso ha fatto pochi giorni prima Lavoce.info, sottolineando come politica energetica e sostenibilità ambientale siano temi strategici per il futuro ma, nonostante gli auspici nei programmi elettorali manchino “descrizioni della maniera in cui si vogliono perseguire gli obiettivi”.

Secondo Lavoce.info le liste dei candidati sarebbero “tantissime, e quasi tutte promettono, già a cominciare dal nome, una curiosa miscela di rinnovamento e rivoluzione e di termini più rassicuranti, come moderazione e democrazia. Non è semplice orientarsi nella schiera di partiti e partitini, e soprattutto non è chiaro quali siano le effettive differenze tra le formazioni che si muovono all’interno della stessa sponda”.

Entrambi analizzano i programmi presentati da Pdl, Partito Democratico (e Sel), Ingroia e Giannino passando per Movimento 5 Stelle e Scelta Civica.

Ecco cosa emerge.

Il Pdl

Secondo Lavoce.net il Popolo della libertà concentra il suo programma su tasse, impresa e giustizia, ma trova anche il tempo di dedicarsi all’energia (paragrafo 13) e all’ambiente (paragrafo 14). Il capitolo ambiente parla di sviluppo del “sistema degli incentivi per le energie rinnovabili evitando di creare rendite dannose, diminuzione delle accise sul costo dell’energia, per favorire la concorrenza e contrastare gli oligopoli, e maggiori incentivi per gli investimenti in nuove tecnologie per la riduzione dei consumi”. Secondo Formiche c’è spazio per un “nuovo piano per il riassetto idrogeologico del Paese e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare”. Per i rifiuti si pensa a “realizzare cicli integrati regionali di smaltimento, con l’obiettivo dell’autosufficienza; incentivare la raccolta differenziata e la riduzione della produzione dei rifiuti”.  La green economy è vista attraverso la lente dell’eco-innovazione. C’è poi spazio per la tutela degli animali da compagnia per il quali viene prevista la cancellazione delle spese dal redditometro, e la lotta al randagismo. Nello spazio dedicato al turismo, definito il nostro petrolio, si parla anche delle concessioni balneari in termini di “valorizzazione e stabilizzazione per garantire il rilancio degli investimenti“.

Secondo Lavoce.net “anche in questo programma come negli altri, manca una descrizione, seppure  approssimativa, della maniera in cui si vogliono perseguire gli obiettivi esposti, e soprattutto della copertura finanziaria degli interventi proposti.”

Scelta Civica

L’Agenda Monti apre alla green economy: “La tutela dell’Ambiente è un investimento per il futuro e presupposto per vivere meglio il presente. Lavoro e salute non devono più essere alternativi, ma complementari. Per questa ragione l’economia verde non può essere altro dall’economia. L’industria, i trasporti, gli edifici devono ri-orientarsi secondo i criteri dell’efficienza, del contenimento delle emissioni nocive, dell’impiego di materiali riciclabili e di tecnologie intelligenti. Programmi formativi e incentivi devono facilitare le scelte ‘verdi”’.

Secondo Lavoce.net però l’agenda Monti dedicherebbe poche parole al tema dell’energia, confinandole all’interno del paragrafo dedicato all’economia verde. Spiccherebbe all’interno del programma il richiamo alla proposta di “Strategia energetica nazionale” che punta a fare del Paese un hub energetico del Mediterraneo. L’obiettivo è “dare all’Italia un’energia meno costosa, più sicura e più sostenibile“.

Il leader del partito, Gianfranco Fini, presentando l’agenda verde di Fli (che sostiene la candidatura di Monti a premier) si e’ augurato che nella prossima Legislatura, “se si farà una discussione positiva sulla riforma della seconda parte della Costituzione”, possa esser “inserita un’innovazione anche nella prima, sempre valida ma da mettere più in sintonia con i tempi, con l’introduzione della tutela ambientale come bene costituzionale“.

Pd (e Sel)

Il Partito democratico, con il programma “L’Italia Giusta” sembra dare ampio spazio ai diritti civili e della persona attraverso i capitoli dedicati allo sviluppo sostenibile e ai beni comuni. Il capitolo sullo sviluppo sostenibile viene declinato nella formula del “saper fare italiano”, dove si parla di “ridare centralità alla produzione con una politica industriale integralmente ecologica“. Punti cardine dello sviluppo secondo il Pd sono “qualità e tipicità, mobilità sostenibile, risparmio ed efficienza energetica, tecnologie legate alla salute, alla cultura, all’arte, ai beni di valore storico e alla nostra tradizione, e l’agenda digitale“.

Secondo Lavoce.info “il Pd dimostra di non avere ben chiaro, come del resto accade ad altri politici italiani che spesso abusano di questa espressione, cosa sia esattamente lo sviluppo sostenibile (..) Troviamo una miscellanea di un po’ di tutto, dal made in Italy all’accesso al credito per le piccole e medie imprese, dall’efficienza energetica all’innovazione tecnologica”.

Nel capitolo dedicato ai beni comuni, l’ambiente viene ritenuto di tutti e di ciascuno ed elemento che può dare la misura del “grado di civiltà e democrazia del Paese“: dall’acqua non privatizzabile come da esito referendario, all’energia, al patrimonio culturale, alle infrastrutture dello sviluppo sostenibile sono “beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni“. Leformiche.net ricorda però che “due paladini dell’ambiente come Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, attualmente senatori del Pd e tra i fondatori dell’area Ecodem (Ecologisti democratici), non sono stati riconfermati nelle liste”.

Movimento 5 Stelle

Secondo entrambi i siti, il Movimento 5 Stelle dedicherebbe ampio spazio all’ambiente e all’energia, occupandosi sia di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di CO2, che di  incentivi ai trasporti pubblici e alle biciclette. Secondo Lavoce.info, quello del M5S è uno dei pochi programmi che elenca, oltre agli obiettivi, anche un discreto numero di proposte concrete su come realizzarli, e molte, non necessitando di un’esorbitante copertura finanziaria, appaiono tutto sommato realizzabili.

Nella gestione dei rifiuti Grillo blocca gli inceneritori. Ampia la prefazione dedicata al riscaldamento degli ambienti per il quale viene per esempio proposta la “riduzione di almeno il 10 per cento in 5 anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici“.  Ancora, incentivazione della “cogenerazione diffusa“, estendere la “possibilità di vendere energia elettrica anche agli impianti di microcogenerazione” sotto i 20 kW (kilowatt). Tra i punti, anche “l’eliminazione degli incentivi Cip6, cioè la combustione dei rifiuti” ritenuta fonte rinnovabile. Per i trasporti Grillo propone il “disincentivo dell’uso dei mezzi privati nelle aree urbane” con lo sviluppo di piste ciclabili e mezzi pubblici. Naturalmente, ‘no’ al Ponte sullo stretto di Messina e blocco immediato della Tav.

Fermare il Declino

Fermare il Declino di Oscar Giannino rimanda a obiettivi per la crescita economica, come la liberalizzazione rapida di settori ancora non pienamente concorrenziali, quali trasporti ed energia. Per Giannino “la tutela dell’ambiente deve essere perseguita attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali”. Nel campo dei rifiuti si propone di abolirne “la tassa, da sostituire con una tariffa sui servizi offerti in un mercato competitivo“. Per il consumo di suolo, “detrazioni per lavori di riqualificazione degli immobili esistenti“. Un paragrafo ad hoc Giannino lo dedica alla semplificazione delle regole per la tutela dell’ambiente. Il candidato premier di Fermare il Declino è l’unico, ad ora, che parla di fiscalità verde (pur essendo nelle linee di Monti): Giannino promuove l’adozione di misure di fiscalità ambientale proporzionata al consumo dei beni.

Rivoluzione Civile

Nello stringato programma per punti di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia presenta anche uno specifico ambito “per l’ambiente“. Per Rivoluzione Civile è necessario un cambio dell’attuale modello di sviluppo, fermando il consumo di suolo e le grandi opere (‘no’ al Ponte sullo stretto di Messina e stop della Tav); via libera a rinnovabili e risparmio energetico. Sei righe e mezza per enunciare principi e intenti – tra cui anche la difesa dei diritti degli animali, una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog, lo sviluppo delle rinnovabili, e la creazione di posti di lavoro – ma, secondo Lavoce.info, neanche una parola su come raggiungerli.

 

Tutto questo non trova spazio. Rimane all’angolo in attesa che qualcosa ne porti alla ribalta l’importanza (leggi a questo proposito il “Decalogo green per la comunicazione politica” di Sergio Vazzoler). Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini – che non è in corsa – qualche giorno fa lo ha detto: “In campagna elettorale bisognerebbe parlare di più di ambiente”.

Fonti: Formiche.net e Lavoce.info