Diversity & Inclusion: adesso c’è la norma ISO 30415

7 Lug, 2021 | Focus Mondo

Dalle risorse umane alla catena di fornitura, lo standard internazionale fornisce preziosi consigli per rafforzare la capacità inclusiva di imprese e organizzazioni

Diverso è bello. Se da una parte essere inclusivi sul luogo di lavoro, accogliendo e integrando le varie diversità, è un comportamento etico e una buona pratica da diffondere, dall’altra è anche un vantaggio competitivo. Consumatori e consumatrici sono sempre più attentə e sensibilə a questa tematica e sono molte le aziende – sicuramente le più evolute – che hanno iniziato a dotarsi di policies, strumenti e programmi di gestione della diversità. Insomma, i tempi ormai sono maturi. Lo conferma anche l’intervento dell’ISO, l’International Standard Organization, che per la prima volta affronta queste tematiche con una norma. Si chiama ISO 30415:2021 Human resource management — Diversity and Inclusion e si propone come uno strumento di orientamento nell’applicazione dei principi D&I.

L’inclusività sotto ai riflettori

Secondo il Diversity Brand Index 2021, che ogni anno fotografa la sensibilità di italiane e italiani su questi argomenti, l’88% della popolazione è più propensa verso brand inclusivi. Un numero che colpisce soprattutto se lo si mette in relazione alle rilevazione del 2017 e del 2019, quando la percentuale era rispettivamente del 52% e del 63%. Inoltre, più della metà delle persone (55,5%) si dichiara attentə e attivə sulle tematiche della Diversity, il 34% si definisce coinvoltə e il 21% impegnatə. Parallelamente, si dimezza il numero di chi non vuole saperne di diversità: la categoria degli “arrabbiati” passa dal 25,4% al 12,4%.

Non è solo questione di opinione pubblica e reputazione. Essere inclusivi e integrare le diversità – di sesso, etnia, religione, status economico, cultura, orientamento sessuale, ecc – genera valore economico. È la stessa ricerca a confermare l’impatto positivo che le politiche di D&I hanno su fiducia, lealtà, passaparola positivo, crescita aziendale. Un brand inclusivo può sopravanzare in termini di crescita di ricavi un suo competitor non altrettanto attento del 23%. Un dato che conferma precedenti studi, come il report del 2019 di McKinsey and Company Diversity Wins. How inclusion matters che mette in luce come i brand che possono contare su team esecutivi compositi per genere ed etnia siano più performanti dal punto di vista finanziario (del 25% nel primo caso e del 36% nel secondo).                                                                

ISO 30415, una bussola nel mondo della Diversity &  Inclusion 

Il contesto è molto favorevole per chi si impegna sui temi della diversità e dell’inclusione. Quando si arriva però alla prova dei fatti, tornando al Diversity Brand Index, solo un’azienda su 5 è concretamente impegnata nella diversità e nell’inclusione: tra l’adesione formale e il reale coinvolgimento c’è ancora un gap significativo. Proprio per accorciare questa distanza e aiutare le imprese – ma anche le istituzioni – a trasformare le politiche D&I in un autentico orientamento strategico, l’ISO ha sviluppato la sua nuova norma.

Rivolta a qualsiasi tipo di organizzazione, pubblica, privata o non profit, la ISO 30415 è uno strumento che permette di organizzare le proprie iniziative in ambito D&I in un quadro d’insieme coerente e di comunicare al meglio il proprio impegno. Il primo aspetto che affronta sono i requisiti fondamentali che un’organizzazione deve avere per essere davvero inclusiva: riconoscere il valore della diversità, governarla in maniera efficace attraverso politiche, pratiche, processi inclusivi, agire in modo etico e responsabile, creare un ambiente di lavoro accessibile e rispettoso, comunicare in modo inclusivo, promuovere e sostenere in maniera attiva i principi D&I. Chi fa “diversitywashing” e non rispetta questi criteri viene smascherato.

Agire, misurare, valutare

Numerose le aree d’impresa prese in esame dalla norma. Si va dalle risorse umane in tutto il loro life cycle alle relazioni con gli stakeholder esterni, dalla supply chain allo sviluppo di prodotti e servizi, dai processi di diffusione della cultura dell’inclusività alla governance. Per ogni perimetro di azione sono indicate le azioni consigliate per raggiungere l’obiettivo D&I, oltre agli esempi di misurazione e ai risultati attesi. La ISO 30415 non va vista solo come un’utile guida per orientarsi nel panorama Diversity & Inclusion ma anche come uno strumento di self-assessment per valutare il grado di maturità dell’organizzazione. E da lì, partire per migliorarsi e diventare sempre più inclusivi.

Micol Burighel 

Leggi altre notizie della sezione Focus Mondo.