Wayne Dunn* Quando si assiste alle discussioni sulla CSR, sembra che i governi, le comunità, le Ong e altri stiano ad aspettare che qualcuno altro (cioè, le imprese) porti loro la CSR su un vassoio d’argento. SBAGLIATO!!! La CSR non è qualcosa che un’azienda fa a o per le comunità, i governi o altri. Il successo e la sostenibilità dipendono da una responsabilità condivisa e collettiva con tutti gli stakeholder. Come potrebbe essere altrimenti? Eppure, troppo spesso gli stakeholder – i governi, le comunità, le Ong e altri – ne attribuiscono tutta la responsabilità alle imprese, quasi come se esse dovessero assumere il ruolo del Governo (o di Babbo Natale). Non solo, a volte le imprese stesse cercano di assegnare la responsabilità ad altri stakeholder, spesso altre imprese o industrie. Ma nessuno dei due approcci funziona bene. Le comunità e le organizzazioni che agiscono in modo proattivo per gestire e pianificare le attività CSR, in condivisione con le imprese, otterranno maggiore valore. Inoltre, guadagneranno maggiore capacità di orientare il proprio destino. Quando le imprese si danno da fare per elaborare progetti assegnando la responsabilità a TUTTI gli stakeholder, si crea maggiore valore per gli stakeholder e per gli azionisti. Se la CSR significa allineare gli interessi affinché maggiori benefici arrivino a più stakeholder (tra cui gli azionisti) non ha senso che tutta la responsabilità della gestione e del fare sia dell’impresa o di un altro partner. La responsabilità condivisa dovrebbe essere l’obiettivo di tutti. Supponiamo che grazie a un processo collaborativo di consultazione, un’impresa mineraria e la comunità locale identifichino la necessità di miglioramenti nell’istruzione e nella sanità.

  • Qual è il ruolo e la responsabilità della comunità e delle organizzazioni locali?
  • Qual è il ruolo e la responsabilità delle autorità locali?
  • Qual è il ruolo e la responsabilità dei Ministeri (istruzione e sanità)?§
  • Qual è il ruolo e la responsabilità dell’impresa?
  • Qual è il ruolo e la responsabilità delle Ong e di altri operatori attivi nella istruzione e nella sanità? 
Pensate a quello che dovrebbero essere i ruoli e le responsabilità. Poi pensate a come normalmente il progetto si esplicherebbe. Questo approccio funziona: negli esempi di successo, tutti i diversi stakeholder assumono un ruolo proattivo nel progetto, esibendo leadership, collaborazione e iniziativa secondo le necessità. Il progetto consiste in partner che lavorano insieme e, grazie alla collaborazione e alla responsabilità collettiva, contribuiscono a risultati che nessuno potrebbe raggiungere da solo. Questo approccio non funziona tanto bene: ci si aspetta che un partner (spesso l’impresa, ma non sempre) guidi il progetto e ne assuma gran parte della responsabilità. Gli altri stakeholder stanno ad aspettare i benefici. Indipendentemente da quale o quali partner assumono la responsabilità, il successo sarà molto minore rispetto a una condivisione collettiva della responsabilità. I vostri progetti CSR finiscono così a volte? Nei progetti dove si lascia la responsabilità a uno o due partner, si darà la colpa a loro se le cose non andranno a buon fine. Non c’è da meravigliarsi se alcuni si sentono frustrati e, peggio ancora, frustrati e cinici. E allora, chi è responsabile della Responsabilità Sociale d’Impresa? Guardate i progetti CSR in cui siete coinvolti. C’è una responsabilità collettiva? Se no, perché no? E che cosa farete per cambiare la situazione e facilitare la responsabilità collettiva? Probabilmente, dare la colpa ai partner che hanno assunto la responsabilità non è la risposta più produttiva. E’ molto meglio incoraggiare gli altri partner ad assumere una giusta parte della responsabilità. La CSR è un meccanismo efficace per la creazione di valore per la società e per gli azionisti. Ma non funziona bene per nessuno se la responsabilità non è condivisa tra tutti gli stakeholder.   *Presidente e Fondatore del CSR Training Institute Fonte: http://www.csrtraininginstitute.com/knowledge-centre/me-responsible/]]>