Suzanne Goldenberg

Barack Obama, scienziati, attivisti per l’ambiente: tutti hanno cercato di stimolare maggiore interesse tra gli americani sui temi ambientali. Ora i ricercatori hanno un nuovo importantissimo consiglio: parlate di “surriscaldamento globale”, non di “cambiamento climatico”.

Secondo una nuova ricerca, gli americani rispondono con maggiore sensibilità quando si utilizza il termine “surriscaldamento globale” per descrivere la grande sfida ambientale. Al contrario, la reazione alla frase “cambiamento climatico” è piuttosto fredda.
I due termini vengono spesso utilizzati in modo interscambiabile, ma le reazioni che generano divergono in modo significativo, dicono i ricercatori del Progetto Yale per la comunicazione sul cambiamento climatico e del centro universitario per la comunicazione sul cambiamento climatico della George Mason University.

Sentiamo e interpretiamo i due termini in modi molto diversi”, afferma Anthony Leiserowitz, ricercatore scientifico di Yale e principale autore della ricerca. “La scelta tra i due è importante, a seconda dell’interlocutore”.
Il termine “surriscaldamento globale” ha una risonanza molto più potente, stimola immagini di ghiacciai che si sciolgono, di condizioni meteo estreme e di catastrofi. Quando si parla di “cambiamento climatico”, invece, l’attenzione di molti americani cala.

Secondo la ricerca, qualificare il tema come “surriscaldamento globale” anziché “cambiamento climatico” facilita la comunicazione. In genere, la probabilità che gli americani dicano che il surriscaldamento globale sia un fenomeno negativo è più grande del 13{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}.
Le differenze sono ancora più nette tra i latino-americani, gli afro-americani, le donne e i giovani. Tra i latino-americani, la probabilità che si veda il surriscaldamento globale come una minaccia personale rispetto al cambiamento climatico è più alta del 30{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}. Tra gli afro-americani, è più alta del 20{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}.

Nel 2002, seguendo i consigli del consulente politico repubblicano Frank Luntz, George W Bush adottò il termine “cambiamento climatico” anziché “surriscaldamento globale”.
In un promemoria secreto inviato prima delle elezioni di metà mandato, Luntz osservò che i repubblicani, e Bush in particolare, erano molto deboli sul tema ambiente. Propose una strategia di contrasto delle scienze climatiche, e raccomandò di evitare il termine “surriscaldamento globale”, a causa delle connotazioni fortemente negative.

Dobbiamo iniziare a parlare di ‘cambiamento climatico’ anziché di ‘surriscaldamento globale’. ‘Cambiamento climatico’ fa meno paura rispetto a ‘riscaldamento globale’” si legge nel promemoria, di cui l’Environmental Working Group ha ottenuto una copia.
La confusione è rimasta.
L’amministrazione Obama, scienziati e attivisti hanno tutti cercato di capire come comunicare la sfida globale.

I funzionari del primo mandato Obama evitarono ogni riferimento al surriscaldamento globale e al cambiamento climatic” – temendo una reazione dai repubblicani – e preferirono parlare di “energia pulita” e di “posti di lavoro verdi”.
Per ragioni tecniche, gli scienziati spesso preferiscono il termine “cambiamento climatico”.

Nel frattempo, alcuni attivisti sostennero che “surriscaldamento globale” fosse un termine troppo politico e che “cambiamento climatico” avrebbe facilitato un riscontro positivo tra i repubblicani. L’amministrazione Bush aveva preferito “cambiamento climatico”.
Altri hanno creato nuovi termini come “crisi climatica” e “weirding globale” (imbizzarrimento globale del clima).

In ultima analisi, però, sembra che tutti avrebbero fatto meglio a scegliere “surriscaldamento globale”. Nel campione di 1.657 persone, interpellato in un periodo di 15 giorni alla fine del 2013, una grande maggioranza di americani ha manifestato una reazione negativa al termine “cambiamento climatico”.
Sembra che l’utilizzo del termine ‘cambiamento climatico’ riduca il coinvolgimento sul tema tra i democratici, gli indipendenti, i liberali e i moderati, e anche tra alcuni sotto gruppi della società americana”, dicono i ricercatori. “Mentre ‘surriscaldamento globale’ ha delle connotazioni catastrofiche, ‘cambiamento climatico’ indica una sfida meno emotiva, più controllabile”.

Allo stesso tempo, non sembra che l’utilizzo di “cambiamento climatico” stia conquistando le simpatie dei repubblicani, secondo i ricercatori.

La ricerca indica la complessità della comunicazione e il fatto che, a seconda dell’interlocutore, non sempre si riesce ad essere efficaci”, dice Leiserowitz.

Fonte: http://www.theguardian.com/environment/2014/may/27/americans-climate-change-global-warming-yale-report