Un italiano sul tetto dell’ecologia mondiale. Dopo quindici anni (l’ultima è stata Anna Giordano nel 1998) il prestigioso premio ambientale della Goldman Environmental Foundation va a Rossano Ercolini, maestro di scuola elementare che ha messo in piedi una campagna anti-inceneritori, poi diventata il movimento “Rifiuti zero”.
L’impegno ambientale di Ercolini parte oltre quarant’anni fa quando per la prima volta vengono resi noti i piani per la costruzione di un inceneritore vicino alla scuola elementare a Capannori (provincia di Lucca) dove lavora. Anni dopo, nel 1994, i progetti di costruire due inceneritori a Lucca lo convincono a scendere in campo e a impegnarsi in prima persona per affrontare la questione rifiuti. Dalle riunioni con i cittadini per mostrare come differenziare e come utilizzare gli avanzi dei prodotti alimentari per il compostaggio, all’organizzazione di cortei di protesta, passando per l’istituzione dell’associazione “Rifiuti Zero”, Ercolini riesce a ottenere la revoca del progetto di costruzione dell’inceneritore a Capannori e viene incaricato per lo sviluppo di un piano alternativo di gestione dei rifiuti.
Il premio, conosciuto come il “Nobel dell’ecologia” è stato consegnato a Ercolini proprio per il “senso di responsabilità con cui il maestro elementare ha agito, anche come educatore, nell’informare i suoi alunni e tutta la comunità riguardo ai rischi che può comportare una gestione non sostenibile dei rifiuti domestici. E’ riuscito a coinvolgere tutta la scuola, spingendo al riciclo della carta e a sostituire alla mensa le bottiglie e le posate di plastica con altre stoviglie riutilizzabili”.
Ma nel curriculum di Ercolini c’è soprattutto “Rifiuti Zero”, associazione da lui fondata, che ha portato negli ultimi anni ben 117 Comuni italiani a chiudere i propri inceneritori e a convertirsi al riciclo dei rifiuti e che il mese scorso è arrivata anche al Parlamento Europeo alla conferenza “Towards to Zero Waste” organizzata da Zero Waste Europe.
Il premio della Goldman Environmental Foundation, che riconosce i risultati ottenuti nel campo del recupero dei terreni paludosi, della gestione dei rifiuti solidi, dell’estrazione del marmo e delle emissioni provenienti dagli impianti a carbone, è stato assegnato anche ad altri sei protettori dell’ambiente: Nohra Padilla della Colombia, Aleta Baun dell’Indonesia, Azzam Alwash dell’Iraq, Jonathan Led del Sud Africa e Kimberly Wasserman degli Stati Uniti.