Il problema non è più bere acqua in bottiglie di plastica. Il problema è la bottiglia di plastica dentro il tuo bicchiere d’acqua. I dati della ricerca di Orb Media, supervisionati dalla Minnesota School of Public Health ci dicono che la plastica è ormai ovunque. Non serve nemmeno più interrogarsi sull’esistenza delle isole di plastica galleggianti nel Pacifico. Ormai anche nel nostro bicchiere, nell’80{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} dei bicchieri di acqua del rubinetto analizzati nei cinque continenti, in città piccole e grandi, si riscontra presenza di microscopiche fibre di plastica. La buona notizia (?) è che l’Europa è il continente più potabile: solo il 74{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} dei campioni analizzati risulta contaminato. Le ricerche scientifiche dicono che queste microscopiche fibre si originiamo ogni giorno dall’abrasione dei nostri vestiti, dallo scalpiccio delle nostre suole di gomma sull’asfalto bollente delle nostre strade. Le inaliamo e le beviamo una volta che, dilavate dalle piogge, finiscono nelle falde acquifere delle nostre città. E se sono contenute nell’acqua potabile dei nostri acquedotti finiranno anche nei cibi che acquistiamo, nella frutta e nella verdura, nei cibi pronti. Alcune fonti di fibre di plastica:

  1. Fibre sintetiche in lavatrice
I vestiti tessuti in fibre sintetiche, come acrilici e poliestere emettono migliaia di microscopiche fibre ad ogni lavaggio. Si stima che 1 miliardo di tonnellate di queste fibre venga scaricata nelle fognature ogni anno e che più della metà sfugga a bonifiche e si disperda nell’ambiente.
  1. Polvere di pneumatici
Il butadiene di styrene derivante dalle frenate degli autoveicoli viene dilavato e finisce nei tombini e da qui nei fiumi. Auto e camion producono più di 20 grammi di queste polveri ogni 100 chilometri. E la situazione è peggiore laddove il clima mette più a dura prova i pneumatici: ogni norvegese produce un chilogrammo di queste polveri ogni anno.
  1. Vernici
Le polveri derivanti dalle vernici stradali e la vernice delle navi contribuiscono per più del 10{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} di questo microscopico inquinamento oceanico.
  1. Microplastiche secondarie
Si calcola che almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici venga riversato negli oceani, nei fiumi e nei laghi: frammenti di forchette, buste, contenitori da asporto si polverizzano contro fondali sassosi e sabbiosi rilasciando microscopiche particelle plastiche che rientrano nella nostra catena alimentare: nello stomaco dei pesci, nell’acqua bevuta dagli animai da allevamento, nella frutta e verdura irrigata con questa stessa acqua. È stata prodotta più plastica negli ultimi 10 anni che nell’intero secolo scorso.
  1. Fibre sintetiche nell’aria
La scienza ha solo iniziato a studiare come le fibre microscopiche generate da abrasione e consumo raggiungano l’atmosfera ed il loro ruolo nell’inquinamento della terra e dei mari.
  1. Microperline
Bandite dagli esfolianti e da altri prodotti cosmetici in Usa e Canada, sono nella maggior parte derivanti da polietilene, polipropilene e poliestere. Si calcola che 8 trilioni di microperline abbiano inquinato le falde statunitensi nel 2015. Alcuni consigli:
  1. Usare borse e contenitori riciclabili
Si è calcolato che la vita media di uno shopper di plastica sia di 12 minuti e che la sua vita media nell’ambiente, una volta dismesso, sia di 500 anni. Molto di più della tartaruga che accidentalmente se ne ciberà, comunque.
  1. Cannuccia? No, grazie
Ogni giorno più di un miliardo di cannucce viene utilizzata per appena 20 minuti e poi gettata nella spazzatura. Le cannucce sono la parte più prevalente dell’inquinamento marino. Se avete più di 3 anni potete bere anche senza cannuccia.
  1. Lavaggi delicati
Ogni singola giacca, a base di fibre sintetiche, rilascia circa 1900 microfibre plastiche ad ogni lavaggio. Le soluzioni sono 2: 1) lavare con meno frequenza e con cicli delicati, 2) dotare la lavatrice di un filtro specifico che blocchi fibre di dimensioni minori di 160 micron (come i filtri Wexco).
  1. Spazzolini
Iniziare ad utilizzare spazzolini in materiali riciclati o naturali (bambù, ad esempio).
  1. Vernici
Ogni volta che laviamo un pennello rilasciamo milioni di microparticelle di vernice (che se a base acrilica sono sostanzialmente plastica liquida con pigmenti aggiunti). Lavate i pennelli in secchi con acqua e sapone e poi conferite questa vernice diluita agli ecocentri dove gettereste le vostre vernici vecchie in ogni caso. Oppure provate vernici a base di latte e prodotti realmente naturali.
  1. Bottiglie
Ogni singola bottiglia di plastica per l’acqua, può rompersi in pezzi così piccoli da coprire un miglio di distanza (1.6 chilometri). Scegliete il vetro se potete o riutilizzate la vostra bottiglia d’acqua.
  1. Mezzi pubblici o car sharing
Ogni anno vengono prodotti 2 miliardi di pneumatici. La polvere plastica derivante dall’usura dei pneumatici finisce nella rete idrica e di qui nei mari. Scegliete i mezzi pubblici (anche l’aria ve ne sarà grata) o condividete l’auto se potete. FONTE: https://orbmedia.org/stories/Invisibles_plastics]]>